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Viaggiare con il WWOOF lavorando in fattorie biologiche (Parte 2)

 

Continua l'intervista a Bianca, una ragazza di 21 anni che l’estate scorsa, tra il primo e il secondo anno di studi universitari, è partita per un’esperienza di wwoofing a Berea, in Kentucky.

 Eravamo rimasti a metà del suo racconto su com'è andata la permanenza in fattoria?

...E meno male che non me ne sono andata. Man mano ho iniziato a trovare un nuovo equilibrio, tra me e Susana si è instaurata una vera e propria complicità, il lavoro ha iniziato ad emozionarmi, la fatica non se ne è andata ma si è trasformata, arrivavo alla sera stanca ma appagata e ho iniziato ad imparare sempre di più. E soprattutto ho iniziato a frequentare tutta la comunità intorno a Berea. Lavoravamo da sole di giorno, ma la sera, nei due giorni liberi che avevo e nel giorno di mercato (sabato) non eravamo mai da sole ma sempre a condividere la vita con tutto il brulicare di persone che risiedeva o passava per quella zona. La farm di Susana si trova in un’area famosa per la sua attività nell’ambito dell’agricoltura alternativa, il recupero del rapporto con la terra e delle conoscenze tradizionali. Nella zona ci sono infatti gruppi di artisti che organizzano performances nella foresta; gruppi di artigiani e di agricoltori che erano legati al Berea College, un polo universitario sperimentale molto attivo; gruppi di costruttori che portano avanti tecniche di costruzione naturale con materiali presi dalle singole proprietà, come legno e argilla, per costruire strutture del tutto sostenibili. 
Quando si va a lavorare in una farm credo sia impossibile scinderla dal contesto in cui si trova. Non solo ho imparato tanto dal lavoro nella farm: raccogliere i prodotti maturi con mille diversi metodi, piantare i semi, preparare i letti di terreno per il riposo con il pacciame, badare ad oche, anatre e galline, costruire attrezzi per il mantenimento dei prodotti (come un essiccatore) per poi rivenderli, cucinare con ogni tipo di ingrediente proveniente dalla farm con pochissimi sprechi, i tempi di crescita delle piante e come sono interconnesse tra loro e come e dove è meglio piantarle. Ma anche dalla comunità circostante ho capito quanto si riesce a creare unendo le conoscenze che ognuno riesce a portare a servizio di tutti; quanto sia molto più appagante essere il fautore del proprio sostentamento e quanto sia essenziale il ruolo dell’arte nell’unire le persone tra loro e alla terra in cui vivono tramite la consapevolezza di ciò che li circonda. 

4. Com’era il tuo inglese prima di partire? Comunicare è stato un problema?
Avevo già fatto sei mesi di scambio in quarta liceo in Australia quindi il mio inglese era già molto buono. L’inglese in sé non è stato un problema, ma essendo entrata così tanto nella vita della comunità, certi discorsi con alcune persone si erano fatti molto profondi e in questi casi ho sentito i limiti del mio non essere madrelingua. Per il lavoro pratico il mio inglese era più che sufficiente, quando si lavora insieme bastano poche parole per intendersi su come procedere e subentra poi una comunicazione più fisica. Parlare diventa superfluo, ma si crea una complicità unica.

5. Consigli l’esperienza? 
Ancora adesso mi ritrovo a gestire alcuni risvolti degli aspetti negativi della mia esperienza, ma non c’è stata volta in cui questi non siano stati compensati se non superati da quelli positivi. Consiglio questa esperienza a tutti. Ci sono farm di ogni tipo e in ogni luogo, le esperienze che si possono fare sono le più disparate, la mia è solo un esempio. Consiglio se possibile di rimanere per un periodo non inferiore alle due o tre settimane, così da riuscire a superare un eventuale shock culturale e sperimentare al meglio i risvolti della vita nel luogo e soprattutto assorbire tutto quello che si può imparare.

6. Qual è il tuo motto?
Imparare a muovermi con le mie maree, a ballare coi miei piedi e ad ascoltare. 

 

Se vuoi fare un'esperienza all'estero prima dell'iscrizione o durante l'università e ti piace la natura, il WWOOF potrebbe essere l'opportunità che fa per te! È un'organizzazione che mette in contatto le fattorie biologiche con chi voglia, viaggiando, offrire il proprio aiuto in cambio di vitto e alloggio.
Non si tratta soltanto di un modo per viaggiare risparmiando, bensì di un’opportunità per fare un’esperienza diversa, scoprire valori importanti e connettersi con altre persone.
Siti utili:
Woof Italia: www.wwoof.it 
Il sito del movimento internazionale: wwoofinternational.org 
Federazione: wwoof.net


A cura di Rosamaria Provenzale

23 luglio 2018

FORMAZIONE POST-DIPLOMA, PERCORSO PROFESSIONALE