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Coldiretti Veneto: lavoro, inclusione e didattica a partire dalla terra

Intervista con la responsabile della comunicazione Sandra Chiarato che fa il punto su occupazione, iniziative di sostegno alle persone in difficoltà, giovani imprenditori agricoli e cred estivi in oltre 331 fattorie didattiche.

La terra come fonte di vita, cibo, lavoro e opportunità, anche nelle fasi più complesse. Parliamo del prezioso e fondamentale settore dell’agricoltura che da sempre occupa un ruolo centrale sui fronti menzionati, oltre che una base imprescindibile in generale.
Nel periodo segnato dall’emergenza sanitaria il settore agricolo si è distinto per tanti aspetti propositivi. Ci siamo così confrontati con Sandra Chiarato, responsabile comunicazione di Coldiretti Veneto, nonché celebre madrina del gettonatissimo “chilometro zero”, per trattare alcuni temi fondamentali a livello lavorativo e non solo.

Focalizzandoci sulla fase 2 da poco conclusasi, quali sono le iniziative messe in campo in questo periodo per il settore agricoltura da Coldiretti a livello regionale?
#lacampagnanonsiferma è stato lo slogan con cui migliaia di imprese agricole hanno continuato a fornire cibo ai cittadini veneti. Sostenuti dalla multifunzionalità e dalla legge nazionale dell’orientamento, che ha scardinato molti preconcetti sull’attività agricola, gli operatori hanno messo in gioco tutta la creatività professionale per portare la spesa a domicilio e consegnare i pasti direttamente a casa. Si tratta di una task force operativa a livello regionale che ha garantito prodotti agroalimentari anche agli indigenti. Sono state inoltre numerose le iniziative promosse dagli agricoltori che hanno accompagnato le famiglie in lockdown verso la fase 2: passeggiate virtuali per i bambini che non potevano visitare le fattorie didattiche, ricette dei cuochi contadini per imparare il menù a chilometro zero, il tutoring del giardinaggio per coltivare l’orto in terrazzo. Un servizio costante alla cittadinanza non ripagato dalle regole del mercato, dalle speculazioni lungo la filiera, dalla forbice dei prezzi che penalizza l’intero settore primario pesando sul consumatore finale.”

L'agricoltura sta dando opportunità di lavoro a diverse persone che hanno perso l'occupazione: che cosa dicono i riscontri a livello regionale?
“Con una produzione lorda vendibile di 5,7 miliardi, seppur in sofferenza a causa della contrazione delle quantità prodotte in alcuni settori, il Veneto - con oltre 60 mila imprese agricole e forte di una posizione leader per l'export - sostiene da regione protagonista la produzione del made in Italy che fa segnare nel 2019 un balzo record del 3%: il miglior risultato tra tutti i comparti. L’analisi scaturisce dai dati relativi alla produzione industriale nel 2019 elaborati dall’Istat che vede invece in generale un calo annuale dell’1,3% trascinato dal crollo dell’abbigliamento (-4,6%) e della fabbricazione di autoveicoli (-4,4%), comparti storici di riferimento della manifattura nazionale. Il cibo è diventato la prima ricchezza del Paese con la filiera agroalimentare estesa, dai campi agli scaffali e alla ristorazione, che raggiunge in Italia una cifra di 538 miliardi di euro pari al 25% del Pil e offre lavoro a 3,8 milioni di occupati. Durante l’emergenza sanitaria, a causa del blocco delle frontiere e in piena fase di raccolta, la campagna veneta ha dato opportunità di lavoro ai cassa integrati, pensionati, disoccupati. Con il portale Jobincountry è stata favorita la domanda e l’offerta tra candidati e aziende. In pochi giorni alla casella mail sono arrivate circa duemila richieste, molte di queste sono state soddisfatte. Certo, se i voucher fossero stati ancora in vigore lo snellimento burocratico avrebbe favorito l’ingresso in campo dei collaboratori. Invece spesso i tempi tra la formalizzazione del contratto e l’esigenza nelle serre e negli orti non corrispondevano.”


Quali sono invece le iniziative di coinvolgimento dei giovani che avete attivato in questo periodo?
“Gli under 30 di Giovani Impresa sono capitani d’azienda: hanno la responsabilità della conduzione diretta. Sostenuti dai finanziamenti europei, le schiere giovanili dell’agricoltura sono motivate e intraprendenti: apportano innovazione e rischiano da imprenditori. Facilitati da un approccio digitale naturale, hanno frequentato corsi online, webinar e avuto molte occasioni di confronto su temi fiscali, economici e finanziari, presidiando il panorama politico. Sul territorio si stanno raccogliendo le esperienze progettuali per il concorso nazionale Oscar Green: sarà interessante scoprire come il Covid abbia influenzato le scelte delle nuove generazioni. Ogni anno gareggiano un centinaio di ragazzi e ragazze con esperienze concrete di ritorno alla campagna e investimenti solidi per il benessere e la qualità della vita.”


Il Veneto è stata una delle prime regioni a caldeggiare cred/centri estivi per permettere ai bambini attività ludica e inclusiva e ai genitori di conciliare vita lavorativa e familiare. Quali sono le progettualità al riguardo?
“Con l’ultima ordinanza e il protocollo sanitario stabilito, ci sono tutti i presupposti per l’atteso ritorno dei bambini in fattoria didattica. Nel periodo di lockdown, a causa delle prenotazioni saltate nei mesi strategici, i bilanci delle imprese sono stati azzerati. Gli operatori agricoli didattici hanno però, nel frattempo, frequentato corsi e affinato le tecniche educative, con l’attenzione per le diverse modalità di accoglienza nel rispetto delle regole di sicurezza. In ogni provincia molte realtà si sono organizzate con piccoli gruppi di ospiti, aggiungendo le figure di educatori a supporto dei titolari e coadiuvanti aziendali. Da Padova a Verona, da Vicenza a Venezia fino a Treviso, gli imprenditori agricoli, d’accordo con i genitori e autorizzati dai Comuni, stanno sperimentando l’apertura. La natura aiuta e la campagna, secondo i dati dei contagi elaboratori dall’Inail, è Covid Free oltre ad essere luogo ideale dove poter meglio applicare le distanze grazie agli spazi aperti e alle tante iniziative proposte dagli agricoltori. Anche per coltivare un orto, il calcolo delle misure è importante per l’utilizzo degli attrezzi, la conta delle piantine da seminare, né vicine né lontane. Questo si chiama laboratorio di apprendimento. Sospendere la tecnologia aiuterà sicuramente le nuove generazioni a ritrovare la giusta dimensione in armonia con gli elementi naturali. Confrontarsi con le attività agricole significa inoltre approcciarsi a materie scolastiche come scienze, geografia, storia e matematica. Il via libera a questi progetti interessa oltre 331 fattorie didattiche iscritte all’elenco regionale. Il numero è aumentato proprio in fase 2 evidenziando il grande potenziale socio-ricreativo delle imprese agricole venete che investono in questo obiettivo a supporto della collettività.”
                                                                                                                                                                                                                                                                    Sara Bellingeri

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