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Accademia di Belle Arti di Verona: l’arte porta lavoro e guarda al futuro

Intervista con il direttore Francesco Ronzon per parlare dei percorsi formativi sviluppati, delle figure più ricercate del settore e anche di occupazione, sfatando diversi luoghi comuni che riguardano l’ambito. 

Tradizione, presente e futuro intrecciati in un percorso che continua a fare storia e a produrre cultura. Parliamo dell’Accademia di Belle Arti di Verona che affonda le sue radici nel 1764, con l’istituzione dell’Accademia di Pittura grazie all’importante pittore Giambettino Cignaroli, fino ad arrivare ai giorni nostri.

Oltre ad essere una delle cinque accademie storiche in Italia, si propone come una realtà consolidata che forma allievi e allieve nell’articolato settore artistico e nelle sue diverse applicazioni. I diplomi rilasciati sono sia di primo livello, al termine di percorsi di studio triennali, sia di secondo livello, concluso il biennio specialistico. L’Accademia è inoltre impegnata in iniziative di promozione e sviluppo dell’arte e nel diffondere il patrimonio culturale della città di Verona e del territorio Veneto.

 Ci confrontiamo direttamente con il direttore dell’Accademia Francesco Ronzon per conoscere gli sbocchi lavorativi che derivano da questo ambito di formazione oltre ai progetti attuali e futuri all’insegna della promozione artistica.

Focalizzandoci sul tema occupazionale, quali sono le figure che scaturiscono dalla formazione in Accademia maggiormente ricercate dal mercato del lavoro e in quali settori trovano posizionamento?

L’offerta formativa dell’Accademia di Belle Arti di Verona è varia e diversificata - spiega Francesco Ronzon - Altrettanto lo sono le figure professionali formate al suo interno. Il percorso di Design ha sempre un ampio e solido riscontro. Nuove tecnologie incontra oggi un trend lavorativo in forte espansione. L’indirizzo di arti visive Pittura, Scultura, Decorazione crea profili molto duttili in relazione all’area dell’estetica, sia come ricerca artistica che come arte applicata o insegnamento. Restauro s’indirizza invece sia al settore pubblico che a quello privato mentre Scenografia si articola a cavallo tra impieghi nel mondo del teatro e nell’area del cinema e della televisione. I bienni aprono le porte da un lato al mondo dell’insegnamento, dall’altro a professioni più specializzate come la mediazione culturale dell’arte per quanto riguarda il biennio in pittura. Non dimentichiamo l’Atelier Direction e la direzione creativa in una visione strategica d’insieme dell’intero sistema del design per quanto riguarda il biennio Italian Strategic Design”.

In Italia ci s’imbatte spesso nello stereotipo secondo il quale l'ambito artistico non porti a un’occupazione: possiamo scardinare questo luogo comune senza ovviamente dimenticare il periodo complesso che stiamo vivendo?

In società come quelle occidentali sempre meno legate alla produzione industriale materiale e sempre più centrate sulla progettazione di qualità e innovazione, la capacità di gestire il settore dell’estetica riveste un ruolo primario. Quando si parla di progettare oggetti, siti web, comunicazione, materiali audio-visivi o altro si richiede sempre la capacità di operare interventi nel campo dell’estetica, ossia linee, forme, oggetti. Il ragionamento vale tanto se ci si riferisce all’arte contemporanea quanto se si parla di immagine di un prodotto, di allestimento di uno spazio scenico, museale, di vita quotidiana o di comunicazione di un brand turistico. Se a questo si aggiunge la cura del patrimonio artistico effettuata dal lavoro dei restauratori, ci si accorge di essere di fronte all’offerta formativa delle Accademie di Belle Arti. Non a caso, in un mercato del lavoro che cambia, le accademie stanno vivendo oggi un ampio aumento di iscritti e di presenza nel mercato.

Guardando al futuro prossimo, quali saranno i prossimi progetti dell'Accademia?

"A livello istituzionale siamo arrivati alla fine del processo di statizzazione e a breve saremo inclusi nel novero delle accademie statali. Parlare di progetti in periodo di coronavirus risulta invece complicato. Alcuni progetti con la Fiera del Marmo sono stati portati a termine con variazioni necessarie. Prosegue nel frattempo con successo il progetto del corso di laurea in Architectural Design aperto a Ramallah (Palestina) insieme alla Arab-American University. Siamo riusciti anche a mantenere operativo il progetto europeo Z Elements centrato sulla relazione tra Nuove Tecnologie e diffusione dell’arte”.

Non mancano infine progetti scaturiti proprio dal periodo del contenimento, come illustra lo stesso direttore: “Fino al 24 novembre saranno in mostra, all’esterno del Teatro Nuovo di Verona, con il titolo di “Mai Pacifica”, le opere create da alcuni studenti dell’Accademia durante il lockdown della scorsa primavera. Un progetto che rappresenta un uso creativo della situazione di eccezione che stiamo vivendo e insieme uno sforzo per non restare passivi di fronte a una crisi epocale trasformando così l’anomala esperienza storica in un motore di espressione. Altri progetti come “First Step”, l’esposizione in varie gallerie del nord-est, o il progetto di land art “Linea, terra, acqua”, purtroppo sono in attesa di una ripresa delle usuali attività quotidiane. Sempre in un’ottica di crescita nella nostra offerta formativa, quest’anno chiederemo l’accreditamento per un nuovo biennio di Animation & Game Art visto l’interesse sempre crescente del mondo del lavoro verso le nuove tecnologie dell’arte”.

                                                                                                                                                                                                          Sara Bellingeri

SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO