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Angelo Astrei

Podcast mania: la narrazione con parole e voce conquista sempre più

Intervista con il podcaster Angelo Astrei: “Il fascino del podcast è che ti sussurra qualcosa all’orecchio”.

La suggestione del racconto orale, la particolarità di qualcosa che ti raggiunge non con l’irruenza dell’immagine ma con la capacità evocativa della parola trasportata dalla voce. Potrebbe essere la descrizione di una favola, parliamo invece dei podcast che stanno facendo sempre più breccia nell’interesse di persone e aziende.

Cos’è il podcast? Facciamo chiarezza

Podcast, soprattutto negli ultimi tempi, è un termine che gira spesso ma che non tutti hanno ben chiaro. Con podcast si intende un contenuto audio originale disponibile on demand. Confinante con il mondo della radio per alcune caratteristiche, per altre si distingue nettamente. La radio è ad esempio in diretta, uno dei vantaggi del podcast è che puoi ascoltarlo dove e soprattutto quando vuoi. Dopo averlo scaricato da internet è possibile ascoltare un podcast senza avere una connessione.

Lavorare con i podcast: intervista con Angelo Astrei

Per conoscere meglio questo ambito ci confrontiamo con chi dei podcast ne ha fatto un’avventura creativa e un percorso professionale tutto in ascesa. Parliamo di Angelo Astrei, classe 1990, attivo da anni nell’ambito dello storytelling attraverso diversi strumenti narrativi tra cui scrittura, videomaking e appunto il podcasting.

Chiediamo innanzitutto ad Angelo qual è secondo lui l’elemento che rende così speciale il podcast rispetto ad altre modalità di narrazione e comunicazione. “Innanzitutto ascoltare è più facile che vedere: puoi farlo a occhi chiusi, mentre stai guidando o pedalando - spiega - Con un podcast hai inoltre la rara opportunità di farti sussurrare quasi intimamente qualcosa all’orecchio”.

Tu come ti sei avvicinato a questo lavoro?  “Ho sempre raccontato storie ma con l’audio ho iniziato quasi per gioco. Un paio di anni fa ho aperto un canale Telegram sul quale, ogni giorno, inviavo una nota vocale. Parlavo degli argomenti più disparati come una sorta di diario pubblico e condiviso. Da lì ho continuato. Ora il canale Telegram è in stand-by e mi concentro su meno produzioni ma decisamente più strutturate”. 

Creare un podcast è un’attività perlopiù solipsistica o di squadra? “Dipende: prendo a prestito un esempio dal mondo della musica. Con la chitarra puoi divertirti facendo quando accordi sulla spiaggia oppure quando il gioco si fa più serio realizzare un concerto. Dietro alla realizzazione di un podcast ci può essere il lavoro di uno studio di registrazione con attori, redattori, eccetera”.

Come iniziare a fare podcast

Per chi volesse far diventare la creazione di podcast un lavoro, Angelo spiega alcune cose: “Per fare una cosa fatta bene le competenze sono tante ma la premessa è che ti deve piacere raccontare. Inoltre iniziare a provarci non ha costi economici. Un altro consiglio è di ascoltare tanti podcast così come per chi scrive è importante leggere. Non si può iniziare con la pretesa di fare chissà quali numeri, male che vada hai comunque fatto una bellissima esperienza. Sul podcasting esiste inoltre una community molto aperta, fatta di persone solidali tra loro e per nulla competitive che danno consigli utili per migliorare”.

A proposito della formazione in questo ambito esistono corsi ma non una scuola vera e propria. Riguardo al confronto con il mercato del lavoro ecco alcune cose da sapere: “Ci sono i podcast indipendenti su cui le piattaforme aprono forme di monetizzazione, come accade con YouTube. Esiste poi anche una formula di branding podcast, vere e proprie contrattazioni tra chi crea il podcast e chi investe in pubblicità. E poi c’è l’azienda che commissiona il lavoro a un professionista esterno o a uno interno se possiede queste competenze”.

Esiste una competizione con chi lavora attraverso altri mezzi di comunicazione, ad esempio i social network? “No, sono mezzi diversi, ognuno con una sua potenzialità. Quella del podcast è il narrare senza entrare a gamba tesa”.

Podcast: come crearne uno efficace

Partendo dall’interesse di chi vorrebbe iniziare a cimentarsi con l’ambito, chiediamo se esiste una tempistica standard di riferimento per i podcast. “Se parliamo di interviste difficilmente stanno sotto i 60 minuti – spiega Angelo - In generale però la durata consigliata è di 20-25 minuti che poi è quella che coincide solitamente con la tenuta d’attenzione di una persona”.

Quali sono gli ingredienti che secondo te deve avere un podcast per "arrivare" alle persone? “Non credo ci sia una ricetta segreta anche perché ogni formato ha le sue regole che prescindono un po’ dallo strumento. Per scrivere una buona storia ci sono delle “direttive” da seguire così come per condurre una buona intervista. Il podcast però è uno mezzo intimo, con un tipo di fruizione del tutto particolare: lo si può ascoltare a letto, nel buio della propria cameretta, oppure mentre si lavano i piatti o si fa jogging. Questo credo sia il vero valore aggiunto: lascia un enorme spazio all’immaginazione e può creare suggestioni solo con la componente sonora. Forse per arrivare alle persone bisogna rispettarle e lasciare loro uno spazio per muoversi liberamente nell’arco della narrazione. Non serve spiegare tutto a parole, anche perché sarebbe impossibile: bisogna accendere l’immaginazione”.

Podcasting tra presente e futuro

Un ambito che raccoglie sempre più interesse: quali sono i cambiamenti principali che riguardano i podcast? “Il mercato dei podcast è in espansione, anche in Italia sempre più persone li ascoltano ma i numeri sono interessanti non solo se letti come valore assoluto. Scrollando le nostre homepage di Facebook, Instagram o Tik Tok difficilmente ci soffermiamo su un contenuto per più di qualche secondo. Con il podcast è diverso. Proprio per la sua natura, un prodotto audio solitamente beneficia di un’attenzione prolungata e si presta benissimo a narrazioni più articolate e seriali. Per certi versi, è il luogo ideale per il giornalismo in forma lunga oltre che per la narrativa, l’intrattenimento o l’informazione”. 

C'è un potenziale podcast per ogni storia o i canali di narrazione cambiano a seconda di questa? “Ci sono molti mezzi per raccontarle, sta nella capacità di chi racconta scegliere prima cosa raccontare e poi come farlo. Il podcast si adatta molto bene a determinate tipologie di narrazione ma il discorso è sempre lo stesso: un limite può diventare un punto di forza. Credo che ogni cosa si possa raccontare e che ogni cosa si possa raccontare in qualsiasi modo. Scegliere quello giusto, e poi saperlo realizzare, è il bello del nostro lavoro”.

             

Sara Bellingeri

SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO, ATTIVITÀ EXTRA CATEGORIA, FORMAZIONE POST-DIPLOMA, FORMAZIONE PROFESSIONALE