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RIORIENTAMENTO: La scuola che ho scelto fa veramente per me?

Parliamo del servizio di riorientamento che risponde a dubbi e ripensamenti durante il percorso di studi. “Ascoltiamo e condividiamo le difficoltà incontrate dai ragazzi” spiega l’esperta Luisa Adamo di COSP Verona.
Scegliere quale strada intraprendere rappresenta, in ogni fase della vita, un momento speciale. Emozioni, quesiti e timori s’intrecciano tra loro perché ogni scelta guarda al futuro e traghetta con sé piccole o grandi responsabilità.
Una delle prime esperienze su questo fronte avviene proprio durante l’inizio dell’adolescenza quando in terza media siamo chiamati a decidere in quale scuola superiore iscriverci. Ma una scelta non dev’essere per forza definitiva. Può, infatti, succedere che quello per cui abbiamo optato sembri non essere realmente nelle nostre corde o che ci crei dei dubbi. È quindi importante fare il punto della situazione, senza perdersi d’animo e cogliendo l’occasione per capire veramente che cosa vogliamo fare. Proprio qui entra in gioco il prezioso servizio di riorientamento che consente di confrontarsi direttamente con perplessità ed eventuali cambiamenti.
Per conoscere meglio questo articolato servizio abbiamo intervistato Luisa Adamo, pedagogista ed esperta del tema di cui si occupa con passione da tempo nell’ambito di COSP - Comitato provinciale per l’Orientamento Scolastico e Professionale Verona. Luisa ha incontrato numerosi studenti delle scuole superiori e dell’università, gestendo anche la parte di orientamento che precede la scelta stessa.


Partiamo dalla situazione in cui, durante il primo anno di scuola superiore, ci si accorge che la scuola che stiamo frequentando in qualche modo non sembra essere nelle nostre corde. Che cosa si può fare?
“Prima di tutto rassicuro dicendo che può capitare e che va colto come un momento importante di crescita. Alla base esiste comunque una prassi. Durante il primo anno di superiori, se a partire dal mese di novembre un ragazzo o una ragazza manifestano delle difficoltà in più materie, questo viene segnalato ai genitori da parte dei docenti. Ciò permette l’eventuale possibilità di cambiare scuola senza perdere l’anno.”
Focalizzandoci sul servizio, quali sono le funzioni e gli obiettivi principali del riorientamento?
“Essenzialmente si configura come un momento di ascolto e condivisione delle difficoltà che i ragazzi stanno vivendo in quel momento, in modo da capire se ci sono le condizioni per poter proseguire oppure no. Accade, infatti, che alcuni studenti riescano a recuperare il percorso in atto riorganizzando, ad esempio, il metodo di studio e superando alcune insicurezze. Nei casi, invece, in cui si riscontrino difficoltà tali da richiedere il cambiamento dell’indirizzo di studio, abbiamo notato che spesso le scelte dello studente non erano in linea con quanto segnalato dal consiglioorientativo della scuola media. Occorre anche far uscire i ragazzi da uno stereotipo tuttora diffuso. Non ci sono scuole di serie A o B, esiste invece la scuola idonea per me e proprio su questo concetto intende lavorare l’orientamento in generale. Ognuno ha diritto di scegliere quello per cui si sente più portato e che va incontro ai suoi interessi e alle sue attitudini”.
Nella pratica come si struttura il servizio di riorientamento?
“Le modalità possono essere varie. Personalmente ritengo utile fare il primo colloquio con i ragazzi in presenza anche dei genitori per poter condividere insieme le difficoltà riscontrate. Qualora ci sia bisogno sono previsti anche più colloqui. Se c’è la possibilità di un dialogo proseguo la riflessione con lo studente in presenza dei genitori, se invece emergono discussioni è previsto un secondo colloquio con il ragazzo. In seguito rifacciamo l’orientamento vero e proprio utilizzando vari strumenti tra cui le schede di autovalutazione. Recuperiamo il tema degli interessi mettendo a confronto i vari tasselli e dando spazio alla consapevolezza. A volte si scopre che alcuni percorsi di studio sono stati voluti più dai genitori che dai ragazzi stessi.”
Quali sono solitamente le motivazioni alla base di determinate difficoltà?
“Ho gestito numerosi colloqui di riorientamento e le variabili sono tante. Posso dire che le difficoltà non sempre sono dovute a una scelta sbagliata relativa alla scuola. Dopo solo due mesi di frequenza la valutazione sul percorso in atto non è facile sia per i docenti che per i ragazzi stessi i quali, a 14 anni, si trovano ad affrontare cambiamenti importanti. Tra questi l’ambiente, la relazione con gli insegnanti, materie mai incontrate prima oltre al nuovo approccio al metodo di studio e al diverso tipo di valutazione. Attraverso il riorientamento si rivaluta quindi il tutto e non necessariamente con il fine di cambiare scuola: cosa non facile e nemmeno immediata per motivi organizzativi.”
Possiamo quindi scardinare un luogo comune sul riorientamento che non vede come esito necessario l’andare in un'altra scuola…
“Assolutamente sì. Capita anzi che il riorientamento faccia riconsiderare la strada che si voleva abbandonare permettendo di scoprire che le problematiche riguardavano altri aspetti e non la scelta in sé. Si può anche terminare l’anno nello stesso contesto e poi a giugno decidere di cambiare, stavolta con più consapevolezza e serenità. Stessa cosa vale per il secondo anno. Non va dimenticato che noi possiamo sempre cambiare e che le difficoltà permettono di conoscerci meglio. Resta fondamentale che questo sia compreso anche dai genitori. La voglia di mettersi in gioco, poi, permette tutto il resto.”
Per informazioni relative al servizio di riorientamento di COSP Verona: 045 597108 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

                                                                                                                                                                                                                           Sara Bellingeri

 

 

 

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