
Inclusione a scuola: “Valorizziamo l’unicità di ogni persona”
Focalizzandoci sul tema dell’autismo, ci confrontiamo con il pedagogista esperto dell’ambito Marco Pontis che ci offre preziosi consigli per concretizzare un’autentica inclusione scolastica.
“La saggezza è sapere stare con la differenza senza voler eliminare la differenza” diceva Oscar Wilde. Parliamo di inclusione, un termine utilizzato spesso ma che trova forza e significato prima di tutto nella sua autentica concretizzazione e nel rispetto di essa.
Realizzare una vera inclusione a scuola, nel lavoro e nella società in generale significa infatti consentire alle persone di poter vedere pienamente rispettati i propri diritti al pari di tutti.
Equità e pari opportunità sono elementi fondamentali per realizzare un’inclusione che non sia soltanto una parola di facciata ma una situazione reale, testimoniata dal benessere delle persone e dalla tutela dei loro diritti.
Ingredienti per una vera inclusione scolastica: risponde l’esperto Marco Pontis
Un ingrediente fondamentale per permettere un’inclusione vera propria è senza dubbio la consapevolezza degli aspetti citati, in primo luogo diritti e pari opportunità, ma anche la consapevolezza rispetto alla condizione con cui ci confrontiamo.
Ci focalizziamo in particolar modo sul tema della disabilità e del disturbo dello spettro autistico, condizioni alle quali durante l’anno sono dedicate giornate di consapevolezza ma possiamo dire che questa possa diventare reale solo se promossa e vissuta quotidianamente, senza ipocrisie e con impegno, trasmettendo esempi fin dall’infanzia. È infatti molto importante costruire le basi di questa consapevolezza già nel contesto scolastico per far capire e soprattutto far vivere l’inclusione ai bambini e alle bambine che saranno gli adulti di domani.
In questa occasione vogliamo concentrarci sugli aspetti del percorso inclusivo di bambini e bambine oltre che adolescenti con disturbo dello spettro autistico e per farlo ci affidiamo al confronto con un esperto del tema, Marco Pontis, docente di Pedagogia e Didattica speciale delle disabilità intellettuali e dei disturbi generalizzati dello sviluppo all’università di Bolzano. È inoltre responsabile del Centro CTR Nuove abilità per l’autonomia e l’inclusione – CTR Onlus Cagliari e collabora con il CRS4 - Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna. Per il centro Studi Erickson è autore del corso avanzato «Autismo: interventi psicoeducativi e clinici» e si occupa di formazione online per professionisti scolastici e sanitari.
Inclusione significa anche permettere ai bambini con disturbo dello spettro autistico di comprendere regole, dinamiche e contenuti della comunicazione. Come si può promuovere tutto ciò a scuola e nelle situazioni ricreative? “Tutti i docenti curricolari, non solo quelli specializzati per il sostegno, possono aiutare le bambine e i bambini autistici a migliorare la comunicazione, verbale/vocale e non, l’interazione sociale e il comportamento nel gruppo classe con alcuni semplici accorgimenti didattici - evidenzia Marco Pontis - Resta fondamentale prima di tutto creare un clima collaborativo di conoscenza, rispetto e valorizzazione delle differenze individuali attraverso la lettura di fiabe e la visione di cartoni animati o animazioni dedicati al tema delle diversità e dell'unicità di qualsiasi persona al mondo”.
L’importanza dell’interazione e della comunicazione per creare inclusione
Conosciamo altri “ingredienti” quotidiani per favorire a scuola una buona inclusione. “Un altro aspetto fondamentale che favorisce il miglioramento della comprensione e della comunicazione a favore dell’inclusione di tutti è l’utilizzo frequente di supporti visivi come immagini, foto, video, presentazioni in PowerPoint che accompagnino il linguaggio verbale anche nella didattica per il gruppo classe” spiega Marco Pontis. E sottolinea: “Resta saliente controllare spesso la comprensione da parte del bambino/ragazzo delle parole e delle espressioni utilizzate, spiegando sempre, se necessario, il significato di espressioni idiomatiche, doppi sensi, metafore e linguaggio figurato in genere”.
Comprendere il linguaggio permette infatti di capire meglio situazioni, regole e anche indicazioni. La non comprensione può far aumentare il senso di isolamento, situazione da prevenire.
Marco Pontis ci regala altre preziose indicazioni: “Gli e le insegnanti come gli educatori e le educatrici possono aiutare il bambino a verbalizzare gli stati emotivi e i sentimenti che prova e fornirgli opportunità concrete per rivolgersi a un compagno con uno scopo preciso come un’attività da svolgere insieme o un materiale da condividere”.
Altro tassello cardine la valorizzazione dell’interazione di gruppo: “Resta importante organizzare sessioni di tutoring e lavoro in piccoli gruppi periodiche e programmate oltre a fornire numerose occasioni positive di lavoro e di gioco in piccolo gruppo e/o in gruppo esteso”.
Particolare cura è riservata all’aspetto della novità: “Occorre dosare opportunamente piccole novità in modo tale che non risultino disorientanti ma positive ed entusiasmanti, tutto questo lavorando sempre a piccolo passi”.
Non resta che augurare una buona inclusione a tutti/e da far fiorire ogni giorno con consapevolezza.
Sara Bellingeri
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO, SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO, ATTIVITÀ EXTRA CATEGORIA